Il vetro

Vetrate artistiche

La creazione di una vetrata artistica di tipo tradizionale segue sempre il medesimo procedimento. Prima di tutto si immagina la composizione, la si abbozza e poi la si disegna nelle dimensioni che avrà la vetrata. Quindi si scelgono e si tagliano i vetri, si dipingono i particolari e si cuoce il vetro in una fornace. Indi si tesse l’impiombatura e, infine, i pannelli vengono collocati nella loro posizione definitiva nella finestra.

I procedimenti di fabbricazione di una vetrata non sono cambiati molto dal Medioevo. In un esauriente trattato latino, che illustra molte arti, Schedula diversarum artium, scritto nel XII secolo, vi è anche la descrizione di come si fabbrica una vetrata. Si ritiene che il suo autore, il monaco Teofilo, sia stato un abile artigiano della Germania nord-occidentale. Il metodo, descritto da Teofilo, differisce di poco dalla pratica attuale. La differenza principale deriva da innovazioni tecniche, come la rotellina d’acciaio al posto dell’antico ferro per tagliare il vetro, i saldatoi a gas ed elettrici. Oggi la vetrata è entrata a far parte della decorazione profana, oltre che ecclesiastica, e la forma ormai acquisita del vetro legato a piombo si trova a dover gareggiare con nuove forme.

Oggettistica

Museo del vetro di Altare

Dal 2004 il Museo ha sede in Villa Rosa ad Altare: 12 sale a disposizione per ammirare la collezione di opere che vanno dal secolo XVII ad oggi. Tra queste i giganti del vetro, gli oggetti di uso comune, le opere dei grandi Maestri del ‘900 (Cimbro, Costantino e Dorino Bormioli).

Museo del vetro di Murano

L’edificio è l’antico Palazzo dei Vescovi di Torcello. Nato come abitazione patrizia nelle tipiche forme del gotico fiorito,di cui resta traccia nella colonna con capitello dell’atrio e nelle finestre della facciata sul cortile,divenne nel 1659 residenza del Vescovo Marco Giustinian, che qualche anno più tardi lo acquistò per farne dono alla diocesi torcellana. Risale a quegli anni una sostanzanziale ristrutturazione dell’edificio su progetto di Antonio Gaspari. Quando la diocesi torcellana fu soppressa, nel 1805, il palazzo divenne proprietà del Patriarcato di Venezia, che lo vendette nel 1840 al Comune di Murano, di cui divenne sede.

Al museo-archivio dell’isola, all’atto della sua fondazione nel 1861, venne assegnata la sala centrale del piano nobile, ma il successivo, rapido e consistente incremento delle raccolte necessitò di spazi espositivi più vasti, che si estesero, poco alla volta, a tutto l’edificio. Con la soppressione dell’autonomia comunale di Murano, nel 1923, e la sua annessione al Comune di Venezia, il Museo passò a far parte dei Musei civici veneziani.

Le collezioni esposte al primo piano del Museo son ordinate cronologicamente: oltre alla sezione archeologica, che comprende notevoli reperti romani tra il I e il III secolo dopo Cristo, vi si trova la più vasta rassegna storica del vetro muranese con importanti pezzi prodotti tra il Quattrocento e il Novecento, tra cui capolavori di rinomanza mondiale.