Sicurezza

Norma italiana UNI 7697 – Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie.

La norma fornisce i criteri di scelta dei vetri da usarsi, sia in esterni che in interni, in modo che sia assicurata la rispondenza fra prestazioni dei vetri e requisiti necessari per garantire la sicurezza all’utenza. La norma 7697 deve essere considerata uno strumento di lavoro quotidiano da tutti gli operatori del settore (progettisti, imprese di costruzione, serramentisti, vetrai e rivenditori).

Vetri antincendio o resistenti al fuoco

Nelle misure di prevenzione degli incendi, è fondamentale scegliere oculatamente i materiali da utilizzare nella costruzione, in funzione della loro resistenza al fuoco. Si devono usare materiali testati e classificati documentati dalle attestazioni di prova emesse da laboratori certificati, che determinano le caratteristiche dei campioni in prova su apparecchi omologati ed in condizioni standard. Per la resistenza al fuoco le classi sono quelle dei materiali incombustibili, non infiammabili o difficilmente infiammabili. Il vetro e le lastre di vetro prodotte hanno le migliori classificazioni e in particolare incombustibili, per tutti i vetri monolitici e non infiammabili, per la maggior parte degli stratificati.

Vetri temprati di sicurezza

Frutto di una intensa ricerca di laboratorio, la tecnica della tempra risale al 1959 quale adeguata risposta alla domanda dell’industria automobilistica. Questo procedimento consiste in un raffreddamento assai rapido del vetro mediante un soffio d’aria – in pochi secondi il vetro passa da 600° a 300° – che aumenta la resistenza del vetro. È utilizzato per la fabbricazione dei vetri per le automobili, per l’edilizia e per quelle applicazioni speciali in cui è richiesto un particolare grado di sicurezza. Sotto un colpo violento il vetro temprato, se si rompe, si frantuma in una moltitudine di piccoli frammenti di vetro non taglienti.

Vetri stratificati di sicurezza – UNI EN ISO 12543

Insieme composto da due o più strati di vetro unite insieme con uno o più intercalari plastici (generalmente PVB – polivinilbutirrale). in caso di rottura, l’intercalare serve a trattenere i frammenti di vetro, limita le dimensioni dell’apertura, offre resistenza residua e riduce il rischio di ferite da taglio e perforazione.Il numero di lastre di vetro e di intercalari determina il livello di sicurezza in termini di protezione delle persone o dei beni.

Vetri antinfortunio

UNI EN 12600 – prova del pendolo – metodo della prova di impatto e classificazione per il vetro piano. La prova simula l’impatto di un corpo umano contro una lastra di vetro. Il vetro viene classificato in funzione dell’energia necessaria a determinarne la rottura e le modalità di rottura (B=tipica del vetro stratificato). Quando, per la rottura del vetro, si possa cadere nel vuoto da un’altezza ≥ 1 m solo i vetri stratificati con classe prestazionale minima 1(B)1 rispondono a questa esigenza.

Vetri antieffrazione e antivandalismo

UNI EN 356

Resistenza contro l’attacco manuale – Prestazioni antivandalismo (categorie di resistenza da P1A a P5A – prova della sfera d’acciaio). L’attacco manuale e gli atti vandalici si esprimono spesso con il lancio di oggetti scagliati in modo più o meno violento. I corpi utilizzati e i livelli di energia d’urto associati, descritti dalla norma EN 356 (“Vetro per l’edilizia – Vetro di sicurezza – Collaudo e classificazione della resistenza all’attacco manuale”), definiscono le prestazioni dei vetri esposti a tale rischio. I vetri stratificati propongono diversi livelli graduati di risposta alle aggressioni.

Resistenza contro l’attacco manuale – Prestazioni anti-crimine (categorie di resistenza da P6B a P8B – prova dell’ascia). Per questo campo di impiego la norma UNI EN 356 prevede test di resistenza a ripetuti colpi di ascia e di martello.

Vetri antiproiettile

UNI EN 1063

Resistenza ai proiettili di pistole e fucili – la norma ha definito 7 classi per poter coprire le esigenze di protezione rispetto ai proiettili sparati da questa armi (classi da BR1 a BR7).

Resistenza ai proiettili di fucili da caccia (SG) – la classificazione è trattata in modo specifico nella norma che contempla due classi di resistenza (SG1 e SG2).

Si distinguono vetri che sotto l’effetto del proiettile producono schegge (S) e quelli che non ne rilasciano (NS).

I campi di impiego fanno riferimento alle norme europee o nazionali corrispondenti quali, ad esempio:

Protezione dal rischio di ferite in caso di urti accidentali

Di norma, i vetri adatti allo scopo sono quelli la cui definizione normativa è completata dal termine “sicurezza”. Si tratta in particolare delle vetrate di sicurezza temprate o stratificate che rispondono rispettivamente alla norma EN 12150 “Vetro per l’edilizia – Vetro di sicurezza sottoposto a tempra termica” e alla norma EN 12543-2 , Parte 2: “Vetro stratificato di sicurezza”.

Protezione dal rischio di caduta di oggetti su coperture vetrate

I vetri stratificati evitano il passaggio attraverso la parete vetrata di un oggetto in caduta accidentale e garantiscono una stabilità residua del vetro dopo l’urto per la protezione delle zone di attività e di passaggio sottoposte. Anche i vetri temprati possono rispondere alle normative nazionali in materia.

Protezione dal rischio di caduta delle persone

I vetri stratificati rispondono alle esigenze anche in questo campo di impiego. Secondo le normative nazionali, potranno essere vetri temprati, purché stratificati.

Protezione dagli atti vandalici e dall’effrazione: primo livello

L’attacco manuale e gli atti vandalici si esprimono spesso con il lancio di oggetti scagliati in modo più o meno violento. I corpi utilizzati e i livelli di energia d’urto associati, descritti dalla norma EN 356 (“Vetro per l’edilizia – Vetro di sicurezza – Collaudo e classificazione della resistenza all’attacco manuale”), definiscono le prestazioni dei vetri esposti a tale rischio. I vetri stratificati propongono diversi livelli graduati di risposta alle aggressioni.

Protezione rinforzata dagli atti vandalici e dall’effrazione

Per questo campo di impiego, la norma EN 356 prevede test di resistenza a ripetuti colpi di ascia e di martello. I vetri stratificati sono in grado di rispondere al livello di protezione desiderato.

Protezione da proiettili di fucili a palla

La classificazione è trattata in modo specifico nella norma EN 1063 che contempla diverse classi di resistenza (SG1 e SG2). La gamma dei vetri stratificati è in grado di resistere agli impatti di questi proiettili.

Protezione da proiettili di arma da spalla o da pugno

La norma EN 1063 ha definito 7 classi per poter coprire le esigenze di protezione rispetto ai proiettili sparati da queste armi (da BR1 a BR7). Si distinguono vetri che sotto l’azione del proiettile producono schegge (S) e quelli che non ne rilasciano (NS).

Vetri di sicurezza acustici

Vetri costituiti da due o più lastre di vetro con uno o più intercalari di PVB, di cui almeno un PVB acustico. Prestazioni acustiche di alto livello che migliorano il comfort abitativo. Prestazioni meccaniche equivalenti a quelle del PVB tradizionale (non acustico). I vetri stratificati di sicurezza acustici possono essere inseriti in vetrata isolante/tripla vetrata arrivando ad un indice acustico massimo di Rw = 51 dB. Variando i supporti in vetro – che compongono il vetro stratificato – è possibile ottenere funzioni supplementati (isolamento termico, controllo solare, funzioni decorative).

Vetri antiscivolo

Vetri impiegati nel settore edile. Ideali per pavimentazioni e scale sia per interni che per esterni. Uno speciale processo di satinatura conferisce ai vetri una resistenza allo scivolamento che può essere valutata in base a: – Decreto Ministeriale Lavori Pubblici del 14 Giugno 1989 che fa riferimento al Metodo BCR indicando il minimo valore accettabile in µ > 0,40. I valori di riferimento BCR (Rep Cec. 6/81) sono: µ ≤ 0,19 scivolosità pericolosa; 0,20≤µ≤0,39 scivolosità eccessiva; 0,40≤µ≤0,74 attrito soddisfacente; µ≥0,75 attrito eccellente. – norma tedesca DIN 51130 che suddivide in classi “R” la resistenza allo scivolamento.