Segnali positivi per il vetro dopo la crisi del 2020 Ma nel PNRR servono misure per la decarbonizzazione

L’industria del vetro è un’eccellenza del Made in Italy, è la seconda manifattura europea del settore per volumi prodotti e la prima nel comparto degli imballaggi. Produce un fatturato di circa 6 miliardi dando lavoro a 29.000 addetti diretti. L’Italia si conferma inoltre uno dei Paesi più virtuosi in Europa sul fronte dell’ambiente.

Polignano, 10 settembre 2021 – L’ industria italiana del vetro, dopo un 2020 particolarmente difficile, nel primo semestre del 2021 comincia a registrare segnali positivi: alcuni comparti, come quello del vetro piano per l’edilizia, potrebbero recuperare integralmente il calo molto marcato del 2020 già alla fine dell’anno.. Il futuro pone al settore, però, obiettivi impegnativi e sfidanti. La Climate Law europea da poco varata, Fit for 55% – il pacchetto di 14 proposte normative che aggiornano l’intero quadro degli obiettivi clima ed energia dell’UE al 2030 – e il PNRR richiedono con urgenza una strategia che riesca a coniugare la decarbonizzazione dell’economia e la conservazione delle attività produttive.

L’Assemblea annuale di Assovetro, l’Associazione italiana degli industriali del vetro, che quest’ anno si è svolta in presenza, a segnalare il ritorno alla normalità, ha esaminato le emergenze attuali e le sfide che pone un futuro ancora incerto sia dal punto di vista sanitario che economico. L’industria del vetro è un’eccellenza del Made in Italy, è la seconda manifattura europea del settore per volumi prodotti e la prima nel comparto degli imballaggi e produce un fatturato di circa 6 miliardi dando lavoro a 29.000 addetti diretti. L’Italia si conferma inoltre uno dei Paesi più virtuosi in Europa sul fronte dell’ambiente; nel 2020 ha raggiunto, infatti, il traguardo del 79% di riciclo dei contenitori in vetro, raddoppiando in 20 anni le quantità riciclate: era il 38,8% nel 1998.

Il complesso delle risorse messe a disposizione dall’ Europa per far fronte alla crisi pandemica, supera i 1.000 miliardi – ha sottolineato Graziano Marcovecchio, Presidente di Assovetromentre il PNRR italiano dispone di 191 miliardi tra il 2021 e 2026. Purtroppo, però, per l’industria di base, caratterizzata da alti investimenti e alti consumi energetici come quella del vetro, il PNRR non prevede alcuna misura specifica come fanno, ad esempio, nazioni come la Francia, che ha previsto un fondo per la decarbonizzazione dei processi produttivi, o la Germania, con il consistente Fondo per la Ricerca industriale. In questo modo l’Italia rischia di perdere competitività, capacità produttiva e posti di lavoro rispetto alle manifatture di altri paesi”.

Per far fonte al cambio di paradigma energetico e ambientale tracciato dall’Europa, Assovetro, insieme con gli altri settori energy intensive, ha presentato al Governo una road map verso la decarbonizzazione, che mira a giungere, con un mix equilibrato di soluzioni di sistema, alla neutralità carbonica delle produzioni con un piano di investimenti che prevede, al 2030, investimenti di 15 miliardi di euro per i settori energy intensive.

Nel corso dell’Assemblea è stato ricordato che nel 2020 è stato rinnovato il contratto di lavoro del settore vetro, a testimoniare lo spirito di collaborazione che contraddistingue le relazioni industriali di Assovetro. Ad Aprile 2020, inoltre, in anticipo rispetto a tutto il mondo produttivo, è stato emanato un protocollo congiunto per l’attuazione delle misure urgenti di contenimento dal contagio di COVID-19, il primo passo per difendere la salute dei lavoratori dell’ industria del vetro e preservare la sicurezza dei luoghi di lavoro e, a fine lockdown, è stato sottoscritto un Accordo Nazionale di Programma per l’adozione – nei luoghi di lavoro delle Imprese del Vetro – di misure preventive anti-contagio, al fine di garantire la ripresa in sicurezza dell’attività produttiva. Assovetro pone, inoltre, una particolare attenzione alle dinamiche infortunistiche. Negli ultimi 10 anni, infatti, l’indice di frequenza degli infortuni si è ridotto a poco più di un terzo, così come l’indice di gravità.