Migliaia di posti di lavoro a rischio, industrie che potrebbero chiudere definitivamente e una concorrenza falsata dagli aiuti concessi ad industrie estere che operano sugli stessi mercati delle imprese vetrarie italiane. Graziano Marcovecchio, Presidente di Assovetro, in una lettera indirizzata al Governo illustra il momento di estrema necessità in cui versano le imprese italiane del vetro – una realtà industriale che occupa 26.000 addetti e fattura 6 miliardi l’ anno – e chiede al Governo di adottare iniziative “sia allo scopo di prevenire effetti distorsivi del mercato, sia, soprattutto, allo scopo di impiegare in modo efficace ed appropriato le risorse a disposizione per il salvataggio della nostra economia”.
“Mentre attendiamo quelle risposte che tardano ad arrivare -scrive Marcovecchio – apprendiamo che lo Stato francese ha disposto – per l’ennesima volta, peraltro – aiuti “diretti ed immediati” a favore dell’azienda ARC INTERNATIONAL che opera sui mercati dei prodotti per la casa e dell’arredo di interni, in concorrenza con le imprese vetrarie italiane del comparto. Sono infatti stati concessi all’ industria francese 31 milioni di euro prelevati dal Fondo per lo Sviluppo Economico e Sociale e erogati, per il sostegno dell’azienda, in forma di “aiuto diretto dallo Stato” e non nella forma di prestito garantito.
“La prontezza di intervento dello Stato francese – sottolinea Marcovecchio nella lettera- non sembra risentire di complessità procedurali ed autorizzative in relazione alle regole dell’Unione Europea in materia di Aiuti di Stato e di Concorrenza; contrariamente, si direbbe, a quanto si sostiene per motivare l’assenza di analoghi aiuti nei confronti delle imprese italiane”.
Nella lettera vengono anche illustrate le difficoltà del settore che, a seguito del lockdown, vede metà delle vetrerie italiane rimaste improduttive per tre mesi accumulando perdite ingenti, poiché da una parte sono state costrette a sostenere costi elevatissimi per mantenere in funzione i forni di fusione e gli impianti di servizio (circa 70.000 euro al giorno), e dall’altra hanno perso gran parte degli ordini già acquisiti e si trovano oggi a fronteggiare la drammatica caduta della domanda e l’insolvenza diffusa dei loro clienti.
Roma, 12 maggio 2020